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FORZA MODENA numero 766 Avellino
08/11/2014

LA VOCE DEL TIFO

I tifosi e la legge.

I recenti provvedimenti di DASPO contro alcuni tifosi gialloblù colpevoli di aver acceso delle torce in curva hanno richiamato ancora una volta l’attenzione sul delicato tema delle leggi che regolano il comportamento all’interno degli stadi. Nell’àmbito del diritto, il principio della “presunzione di conoscenza” prevede che un cittadino non possa difendersi da un’accusa sostenendo di non essere a conoscenza della legge che ha violato. Tale principio è sacrosanto: tuttavia è importante che i cittadini vengano efficacemente informati sulle norme che devono rispettare, soprattutto di fronte a novità e cambiamenti delle regole. Nel caso specifico del tifo sportivo, ad esempio, circa 20 giorni fa è stato approvato il cosiddetto decreto stadi (decreto legge n. 199/2014), e sarebbe stato auspicabile provvedere ad una capillare informazione riguardo ai suoi contenuti, da parte del governo ma anche delle singole società calcistiche, che hanno il dovere di tutelare i propri sostenitori e di dialogare con loro in vista di una partecipazione attiva ma corretta all’evento sportivo. Non c’è lo spazio per provvedere qui ad un’informazione approfondita: tuttavia ci sembra il caso di soffermarci su alcuni aspetti interessanti del decreto. Viene riconfermato ad esempio il divieto di introdurre ed esporre negli stadi striscioni che contengano ingiurie e minacce: sarebbe bello sapere, al proposito, dove si trovi il confine tra l’ingiuria e l’innocuo sfottò che da sempre caratterizza i rapporti tra tifoserie avversarie. Il decreto legge, poi, definisce i casi in cui il questore può applicare il DASPO anche a soggetti che non abbiano subito né condanne né denunce, ma il cui comportamento sia stato “evidentemente” finalizzato a partecipare ad episodi di violenza. Chiunque abbia frequentato uno stadio capisce bene quanto questa norma, nella sua genericità ed indefinitezza, rischi di colpire comportamenti dovuti non a istinti violenti ma al semplice trasporto emotivo. Il rischio, per intenderci, è di prendere un DASPO dopo avere bussato contro il plexiglass per attirare l’attenzione di un giocatore avversario in procinto di battere un calcio d’angolo. Molto importante risulta poi il concetto di “condotta di gruppo”, che permette di applicare il DASPO “a pioggia” su un intero gruppo di tifosi, senza determinare se e chi si sia reso effettivamente colpevole di atti di violenza. Attenti dunque al pensionato che impreca nel seggiolino accanto a voi: potrebbe mettervi nei guai. Intendiamoci: le persone violente devono essere allontanate dagli stadi. Creare però un clima di terrore, colpendo potenzialmente persone e comportamenti innocenti, ha come unica conseguenza quella di svuotare completamente gli impianti sportivi. E il recente derby con il Bologna, al di là dello “spettacolo” offerto dalle squadre in campo, ha mostrato quanto possa essere bello uno stadio pieno. Scrivete le vostre opinioni a redazione@forzamodena.it

La redazione

LA ZANZARA GIALLOBLÙ

Alla fine Antonio Caliendo è anche formalmente presidente del Modena, e siede in viale Monte Kosica come un pater familias d’altri tempi, circondato da figli, figliocci e uomini di fiducia installati nel Consiglio di Amministrazione della società gialloblù. Magari un giorno (insieme a Casari) vorrà spiegarci i motivi della tragicommedia legata alla figura del “magnate” Commini; e quel giorno, chissà, potrebbe approfittarne per spiegare alla città chi siano i suoi soci nella holding lussemburghese che detiene la maggioranza del Modena FC, visto che al proposito circolano voci poco rassicuranti che sarebbe meglio smentire.

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